Con l’arrampicata combatti anche la demenza.

Recenti risultati dimostrano che gli interventi sullo stile di vita diminuiscono il declino cognitivo.

Un cambiamento complessivo, che include attività fisica, dieta e allenamento cerebrale, diminuisce il declino cognitivo in un gruppo di persone anziane sane.

Il Finnish Geriatric Intervention Study to Prevent Cognitive Impairment and Disability (FINGER) study, è il primo studio clinico randomizzato e controllato, svolto in Svezia, in cui 1260 persone di età compresa tra 60 e 77 anni, sono stati divisi in due gruppi e osservati per un periodo di 2 anni, .

I partecipanti non avevano ancora sviluppato problemi di memoria sostanziali, ma erano considerati a rischio di deterioramento cognitivo in base ad un punteggio di rischio di demenza di 6 o più (su una scala da 0 a 15) che considera l’età, il sesso, l’istruzione, la pressione sanguigna , colesterolo, indice di massa corporea, e l’attività fisica.

Un gruppo, detto “d’intervento” ha ricevuto un programma molto concreto seppure semplice, concentrato su quattro aree principali:

esercizio fisico, con un programma individuale per la formazione progressiva della forza muscolare (1/3 volte a settimana) e l’esercizio aerobico (2-5 volte a settimana).

consigli nutrizionali, consegnati in 3 sessioni individuali e 7/9 sessioni di gruppo

training cognitivo, 10 sessioni di gruppo e sedute individuali, in due periodi di 6 mesi ciascuna, di 72 sessioni di formazione per periodo (tre volte alla settimana, da 10 a 15 minuti per sessione).

gestione dei fattori di rischio metabolici e vascolari, con misurazioni regolari di pressione sanguigna, peso, indice di massa corporea, circonferenza vita e fianchi, esami fisici, e le raccomandazioni per la gestione stile di vita.

L’altro gruppo, detto “di controllo”, veniva semplicemente controllato e continuava con le sue normali abitudini.

I Test cognitivi sono stati ripetuti alla fine del periodo di studio e hanno mostrato che il gruppo di intervento ha avuto un miglioramento del 25% nel punteggio cognitivo globale, rispetto al gruppo di controllo.

Nello specifico, la capacità di elaborazione (la velocità con cui un individuo può svolgere compiti diversi utilizzando sia il cervello e la funzione del motore insieme) è migliorato del 150%, mentre la funzione esecutiva (la capacità di organizzare i pensieri) è migliorato del 83%.

I ricercatori hanno osservano che un grosso beneficio è arrivato dalle interazioni sociali, perché alcuni degli interventi venivano fatti in gruppo come l’attività fisica o le sessioni di cucina per imparare nuove ricette sane. Si tratta di un doppio beneficio derivante dall’attività stessa, ma anche dall’interazione sociale, ed è impossibile separare queste due cose.

Questo studio, pur essendo il primo, ha il pregio di avere considerato la demenza una malattia cronica, evitabile e studiabile tanto quanto l’infarto o il diabete e come queste malattie, di beneficiare degli stessi interventi preventivi.

Il messaggio importante che vogliamo trasmettere è che se si lavora su questi aspetti delle proprie abitudini si è vincenti nella prevenzione di molteplici malattie, oltre ad aumentare gli anni vissuti si da qualità agli anni che restano da vivere.

E vogliamo anche invitarvi a mantenere il cervello attivo….. giochi di memoria, puzzle, problem-solving, prove a tempo, attività in gruppo………ma soprattutto evitate la ROUTINE….calda, rassicurante ma sicuramente DE-CEREBRANTE!

Buon divertimento a tutti.

A cura della dottoressa Sara Campagna 

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Perché l’attività fisica fa bene proprio a tutti.

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