Ottobre, mese autunnale in cui la natura pian piano rallenta il suo corso per portarci all’inverno, dove ancora possiamo godere di belle giornate.

Tra le innumerevoli feste che i Romani celebravano in questo mese, una delle più importanti era quella dedicata alla Dea della Lealtà e della Fedeltà ed al dio dell’Onore (in particolare in battaglia), appunto Fides et Honor.

Queste virtù erano divinizzate ma anche antropomorfizzate, come uso tipico dei Romani, tipi assai concreti.

La dea Fides addirittura è la più antica di queste virtù “divine” onorata a Roma. E’ infatti il nume tutelare di tutti quei giuramenti sacri legati alla città, alla sua legge, alla sua gerarchia. I patti presi nel nome della dea Fides erano praticamente inviolabili. Addirittura il primo tempio di cui si hanno fonti storiche dedicato alla Dea sorgeva davanti a quello dedicato a Giove, il Padre di tutti gli dei. Questo particolare se vogliamo “urbanistico” fa ben capire quanto fosse importante questo culto e, più in generale, la fedeltà alla parola data nella Roma più antica. La rappresentazione della Fedeltà era data da due figure umane che si davano reciprocamente la mano destra.

Il culto del dio Honos, invece, era legato soprattutto agli ambienti militari, spesso accompagnato dalla dea Virtus. Rappresentato da un giovane guerriero dotato di lancia, indicava il coraggio ed il valore in battaglia, motivo d’orgoglio per la famiglia e per la gens a cui apparteneva il guerriero che si era distinto, oltre che per la propria legione. Per altro, questo concetto accomunava sia i patrizi che i plebei he potevano distinguersi proprio grazie alla guerra, fino a diventare importanti comandanti. Un importante particolare è che la radice di Honos si trova in molte lingue indoeuropee a testimoninanza di una radice comune e di un’importanza di tale concetto.

Per questi motivi Fides et Honor rappresentava una festività non solo onnicomprensiva di doveri e virtù del popolo romano, ma una vera comunione di intenti su ciò che contava davvero in quella civiltà.

A cura di Simone Molinario.