Maggio 2021

Maggio come tributo alla parte femminile del mondo è l’argomento di cui avevamo trattato l’anno scorso. Il nome deriva dalla dea Maia, dea della fecondità e del risveglio della natura. Figlia di Atlante, era una delle sette Pleiadi.
Attualmente le Pleiadi sono identificate come un agglomerato di stelle molto vicine tra loro (un ammasso aperto, per utilizzare il corretto termine astronomico) che sin dall’antichità, e per molte civiltà, hanno rappresentato non soltanto una “bussola” per la navigazione notturna, ma anche l’origine di svariati miti. Infatti, dalla civiltà greca a quella celtica, da quella norrena arrivando addirittura alle popolazioni del Centro America e dell’Oceania, passando per la Cina ed i nativi americani, le Pleiadi sono state fonte di miti e tradizioni. E’ sempre interessante riscontrare queste anomale vicinanze di credenze tra popolazioni che, nella scienza ufficiale, non potevano avere nessun tipo di contatto tra loro.
La dea Maia, appunto una di loro, veniva festeggiata il primo giorno del mese di maggio con il sacrificio di una scrofa (anche il termine maiale sembra etimologicamente legato alla dea, per il motivo di cui sopra).
A Roma il suo nome diede origine agli aggettivi mauius maior, accostandola così al concetto di crescita. Questo concetto è ulteriormente ribadito dal fatto che suo figlio fosse Mercurio, protettore tra gli altri dei mercanti, quindi dell’economia e della crescita.

Ma ancora più antica sembra l’origine del mito legato a questa divinità; come accennato nella rubrica di maggio 2020, Maia era legata all’antica divinità italica Bona Dea (venerata nell’antico Lazio pre-romano), la quale non è altro che la derivazione della Grande Madre di ancestrale memoria addirittura pre-indoeuropea. Prima dell’avvento delle grandi invasioni indoeuropee, infatti, l’Europa era abitata da una civiltà già avanzata, che aveva creato un sistema di scrittura.
Questa civiltà si caratterizzava per una struttura relativamente egualitaria e per una religiosità legata alla Grande Madre, come testimoniato dai ritrovamenti archeologici di pitture e decorazioni che richiamano attributi femminili. Grande Madre come apportatrice di vita, ed assimilata alla terra e al raccolto (come poi millenni dopo Maia). Anche alcuni aspetti della socialità rivelavano un ruolo centrale della donna (per esempio, l’eredità ed il nome venivano trasmessi per linea femminile).
En passant, pare che quel tipo di civiltà resisterà anche alle successive invasioni in zone specifiche dell’Europa mediterranea, quali l’Etruria ed i Paesi Baschi, la cui lingua infatti pare similare. Ancora oggi i Paesi Baschi rappresentano quasi un unicum all’interno dell’Europa; forse ricordo di una civiltà anteriore a quella indoeuropea?

Le invasioni degli indoeuropei assimilarono, ma senza distruggerla, quella civiltà; da quel momento nacque l’Europa come la conosciamo.
La nuova civiltà portò quell’idea di patriarcato oggi tanto vituperata ma che aveva radici profonde e vedeva nel patres il fulcro della famiglia e dell’intera schiatta; oggi si tende a creare un artificioso contrasto tra uomini e donne, invece che cercare di unire le varie componenti della civiltà per creare qualcosa di più grande.
Forse lo studio della storia può aiutarci a comprendere meglio come i nostri antenati fossero estremamente più saggi di noi.

Maggio sarà un mese cardine per TriskellClimbing. Sono in partenza i primi corsi di MTB/E-bike del Team Aquile, guidati dal maestro Vittorio Gambirasio. 
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