Aprile 2023

Il 21 aprile ricorre l’anniversario leggendario della fondazione di Roma, che tradizione vuole datata al 753 a.C. (secondo Varrone, che calcolò questa data da calcoli astrologici di un suo amico, Lucio Taruzio). Il passare degli anni per tutti i cittadini dell’Impero si calcolava infatti Ab Urbe condita.

Inizialmente il giorno di fondazione veniva posto in un lasso temporale che andava dal 9 al 27 aprile. Soltanto con l’Imperatore Claudio prevalse la “versione” di Varrone.

Da lì la data di festeggiamento del Natalis Romae rimase quella per tutti i periodi successivi, compreso il millenario della fondazione celebrato sotto l’Imperatore (a dire il vero abbastanza misconosciuto) Filippo l’Arabo.

La celebrazione del Natale di Roma, solitamente concomitante alla festa dedicata al bestiame o Parillia, era festa civile e non sacra, vale a dire che non c’era la presenza dei sacerdoti né sacrifici animali. Chi organizzava la festa erano i consoli in età repubblicana e direttamente gli Imperatori successivamente (sempre con il tramite degli edili).

Per l’Imperatore questa celebrazione era un modo per mostrare la loro gloria e potere, soprattutto mediante distribuzione di grano, vino e processioni di eroi che si erano distinti sul campo di battaglia; c’era poi naturalmente la presenza di attori e ballerini, oltre che le immancabili corse dei carri. La processione dei generali e soldati non era però soltanto una mera messa in mostra della potenza dell’Impero, ma anche un rassicurare i cittadini sull’inviolabilità di Roma.

Numerose erano le bancarelle che apparivano nella Capitale, le quali vendevano non soltanto cibo ma anche utensili e vestiti (così simile in questo alle nostre moderne sagre o fiere di paese).

Il tutto si chiudeva appunto con i giochi e festa fino a tarda notte.

L’evento più importante dell’intera celebrazione era comunque l’entrata trionfale dell’Imperatore al Circo Massimo, la più grande struttura del mondo dell’epoca. Costui, pontefice massimo e tenutario dei destini di Roma, teneva un discorso del quale il punto focale era la diversità del popolo Romano da quello così selvaggio dei barbari. La luce, la gloria di Roma sarebbe stata eterna, così si pensava.

Queste celebrazioni dureranno circa fino all’avvento del Cristianesimo, ma è emozionante pensare come ancora oggi Roma sia considerata il centro dell’arte, della legge, della bellezza, di ciò che fa da limes tra la civiltà e il mondo anarchico e selvaggio al di fuori di essa.

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