Aprile 2021

Del mese di aprile come rinascita ne abbiamo parlato nella rubrica 2020, augurandoci di essere vicini alla risoluzione della situazione pandemica. Un anno dopo, purtroppo, ancora non si vede nessuna via d’uscita soddisfacente e soprattutto a breve termine. Mala tempora currunt.
In questo mese, tradizionalmente, si fa cadere una ricorrenza leggendaria che diede il via a quella che è forse la più grande storia dell’umanità. Il 21 aprile 753 a.C., infatti ricorre quello che è il giorno del natale di Roma.
In quel periodo la storia era come in una fase di stallo: i Celti non si erano ancora diffusi in Europa per fondare quella civiltà che per un periodo sarebbe parsa quella destinata al dominio del continente; in Medio Oriente gli Assiri tenevano sotto il loro gioco diverse popolazioni, ben prima della fondazione del grande impero Persiano; la lontana Cina era in un periodo di anarchia e transizione, molto lontana temporalmente dai periodi di fasto successivo. Soltanto in Grecia si stava assistendo ad una rinascita dopo il periodo buio, ponendo le basi per la creazione della civiltà ellenica ed europea.
Dall’altra parte del mare, veniva fondato un piccolo ed insignificante villaggio adagiato tra sette colli e sulle rive di un fiume. La leggenda dice che il fondatore fu Romolo, cresciuto con il suo gemello Remo da una lupa, entrambi figli di Marte. Gli dei scelsero lui per la fondazione di una città; Romolo tracciò i confini del nuovo insediamento che da lui prese il nome proprio il 21 aprile 753 a.C.
Remo, peccando di hybris (il massimo peccato al cospetto degli dei) provò per sfregio a violarli, trovando la morte per mano del fratello.
Questa la storia leggendaria. Più probabilmente il villaggio fu creato nel tempo da una popolazione locale di stirpe italica. Come sia andata realmente (se devo scegliere, preferisco la prima versione, in quanto contenente tutti gli archetipi del Mito), il fatto è che quel piccolo villaggio nel giro di alcuni secoli arrivò al dominio assoluto della zona del Mediterraneo e di buona parte dell’Europa. Ma la grandezza di Roma non sta in questo; tanti imperi si sono succeduti nella storia, anche più grandi di quello romano. Ma nessuno ha plasmato così tanto non solo l’immaginario, ma i costumi, l’etica, la mentalità degli uomini. La sua grandezza risiede nell’avere sempre avuto un centro ideale, una luce che si diffondeva fino agli angoli più remoti dell’Impero e si proiettava anche più in là, oltre confine: Roma.
Roma, quel piccolo villaggio nato dal figlio di Marte divenne il simbolo stesso della civiltà, l’unica cosa a cui essere devoti e a cui aspirare come ideale assoluto di grandezza. Gli dei, gli antenati, il mos maiorum, erano soltanto aspetti di cui si componeva l’ideale della Città Eterna.
Senza azzardare troppo, il cristianesimo contribuì a far cadere l’impero non solo per molti motivi accuratamente descritti da molti storici indubbiamente più colti del sottoscritto, ma anche perchè sostituì un altro ideale “relativo” a quello assoluto ed universale che era Roma.
Sono passati quasi 2.800 anni da quel giorno che incominciò un nuovo capitolo della storia umana; Roma ha conosciuto grandezza, cadute clamorose, rinascite, tutti sono passati, passano o passeranno da lì. Da Roma, che nonostante tutto è ancora in piedi, simbolo stesso di Grandezza, di Bellezza e di lucente Eternità.

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