Iniziata con il solstizio d’estate a giugno, la Porta degli Uomini di cui abbiamo già parlato nella rubrica giugno 2021, terminerà a metà settembre con l’equinozio d’autunno.
L’estate è considerato il periodo di massima vitalità, la natura sboccia rigogliosa e gli essere umani sono al massimo della vitalità; l’estate è infatti correlata alla giovinezza.
Anche l’etimologia denota questo aspetto, il latino aestas indica infatti un calore bruciante derivante a sua volta dal greco aìthos, calore appunto.
Dal punto di vista moderno, l’estate è associata alle vacanze ed alle ferie, in particolare il mese di agosto, anche se in altri Paesi si preferisce luglio come mese delle ferie.
Nell’Antica Roma naturalmente non mancavano le varie festività durante tutto il periodo estivo; a giugno le principali erano quella dedicata a Giove il 15 giugno (Iuppiter Invictor) ed alla dea Fortuna, di cui abbiamo già parlato in una precedente rubrica. A luglio si svolgevano i Ludi Apollinares dal 6 al 13 luglio in onore di Apollo, dio solare per eccellenza nel pantheon romano. Questi giochi, posti sotto l’organizzazione del pretore urbano,non ebbero data fissa fino alla fine del III secolo a.C. Altre feste erano quelle in onore di Giunone e di Nettuno, il dio del mare.
Agosto si apriva con le celebrazioni della dea Spes, la Speranza, che in particolare in età imperiale ebbe grande riscontro in quanto simboleggiava la fiducia nel proseguimento dell’Impero e di una successione imperiale. Tanto importante che con il Cristianesimo la Speranza divennte una delle tre virtù teologali insieme a Fede e Carità.
A metà agosto (il 19) erano celebrati i Vinalia, in onore di Giove e Venere. Due erano in realtà le date in cui cadeva la celebrazione: il 23 aprile si festeggiava il raccolto vinicolo dell’anno precedente. Quello di agosto invece era dedicata alla vendemmia che stava arrivando. Queste erano festività in particolare celebrate nelle campagne romane dove il raccolto del vino rappresentava una delle fonti di sostentamento principali.
Il mese si chiudeva con i Volturnalia, dedicata a Volturno, un dio etrusco richiamato nel pantheon romano per propiziare la protezione dei raccolti tramite il soffio del vento Volturnus appunto, identificato come lo Scirocco.
